Currency option: opzioni su valute

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Una tecnica largamente utilizzata dagli operatori, quale strumento di copertura del rischio di cambio, è il ricorso all'opzione su valute o “currency option”.

opzioni su valute - currency option

Questo strumento è nato sul mercato di Chicago (USA), principale borsa mondiale delle granaglie, e, nel passato, veniva utilizzato solo nella compravendita di queste ultime.

Successivamente l’uso  di questo strumento è stato esteso anche alle altre merci ed alle attività finanziarie quali titoli, tassi d’interesse, futures con continue modifiche nella sua forma. 

Cosa sono le opzioni su valute

La currency option (opzione su valute) è un contratto che conferisce all'acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare (Call option)  o vendere  (Put option) una determinata quantità di valuta estera ad un cambio stabilito (strike Price o prezzo di esercizio) ad una determinata scadenza (option tipo europeo) o entro un determinato periodo di tempo (option tipo americano).

Il Codice Civile parla delle opzioni nel Libro Quarto Delle Obbligazioni all’art. 1331. 
La classica opzione su valute - detta plain vanilla - può essere paragonata ad un contratto di assicurazione avente come oggetto la copertura del rischio di cambio, per cui il compratore dell’opzione deve corrispondere al venditore un premio; questo premio rappresenta il costo dell’operazione di copertura.

Infatti l’acquirente dell’opzione paga un premio per assicurarsi il diritto, e non l’obbligo, di ottenere una determinata prestazione (nel ns. caso di acquisto o vendita di un determinato importo di divisa estera contro euro o un’altra divisa) per tutelarsi dall'eventualità che si possa verificare un tasso di cambio a lui sfavorevole.

L’opzione “plain vanilla” è, nella sua struttura, uno strumento di copertura del rischio di cambio a differenza di altri tipi di opzioni, quali ad esempio: esotiche, asiatiche, opzioni con clausole barriera, composte, binarie, bermuda etc. etc.,  che sono vere e proprie scommesse effettuate essenzialmente più con fini speculativi che di copertura del rischio.

Che cosa consente di fare

L’opzione consente di:

1. esercitare il diritto di opzione fissando:

  • il cambio minimo in caso di vendita (opzione put)
  • il cambio massimo in caso di acquisto (opzione call)

al quale chiudere, se conveniente, la propria operazione di vendita o di acquisto;   

2. non esercitare il diritto di opzione, abbandonare il premio ed effettuare l’operazione di  acquisto e vendita della valuta direttamente sul mercato al cambio “ spot” del momento.

L’acquisto di un’opzione conferisce la facoltà di decidere, liberamente, se acquistare (call) o vendere (put) la valuta concordata nel contratto alla scadenza stabilita; per questo motivo l’acquirente viene chiamato beneficiario dell’opzione. 

Il venditore, invece, non ha alcuna possibilità di scelta, deve subire passivamente la decisione dell’acquirente; per questa sua passività il venditore viene indennizzato con l’incasso del premio.

Il premio, quindi, è la somma che l’acquirente/beneficiario versa al soggetto concedente per la cessione del diritto d’opzione; esso rappresenta il prezzo di acquisto del diritto a decidere se dare o non dare esecuzione al contratto e,  poiché l’opzione può essere oggetto di successiva negoziazione, possiamo affermare che il premio rappresenta il valore dell’opzione.

Valutazione dell'opzione

Uno dei problemi più importante in questo tipo di operatività è la valutazione dell’opzione. Il prezzo di una opzione, come per tutti i beni o merci, si forma sia in relazione all'andamento della domanda e dell’offerta e sia sulla base dei seguenti elementi:

a) “strike price” ovvero prezzo di esercizio che può essere fissato al prezzo di mercato o molto lontano da esso e si definisce:

  • “at the money” se è uguale al prezzo di mercato del giorno del contratto;
  • “in the money” se è migliore del prezzo di mercato;
  • “out the money” se è peggiore del prezzo di mercato;

b) durata del contratto: maggiore la durata, maggiore il premio;

c) tassi d’interesse delle due divise oggetto del contratto: maggiore è lo spread tra i tassi delle due divise tanto maggiore il premio;

d) volatilità del cambio: maggiore la volatilità maggiore il premio (per volatilità si intende l’oscillazione prevista del cambio della divisa del contratto);+61 

e) tipo di opzione: l’opzione di tipo europeo, che fissa una data precisa di esercizio, risulta meno costosa rispetto all'opzione di tipo americano che concede all'acquirente/beneficiario la possibilità di esercitare l’opzione un giorno qualsiasi di un determinato periodo di tempo;

f) aspettative: si riflettono solitamente sui tassi di cambio delle valute e di conseguenza sul premio.

Il premio viene corrisposto in via anticipata ed in unica soluzione all'atto della firma del contratto e risulterà tanto più caro quanto più lo strike price sarà fissato “in the money” e tanto meno caro quanto più fissato “out the money”, cioè maggiore è il profitto che si vuole ottenere e maggiore è il premio che si deve pagare. 

Elemento determinante per la quantificazione del premio sono la “volatilità” (storica e prevista) e l’aspettativa che, a parità di tutti gli altri elementi, possono determinare premi molto diversi.

Alla scadenza l’opzione verrà esercitata o abbandonata sulla base di una valutazione di carattere puramente economico. 

Se il prezzo di mercato della valuta, alla scadenza, fosse superiore allo strike price: 

  • il possessore dell’opzione CALL eserciterà il suo diritto di acquistare;
  • il possessore di una opzione PUT abbandonerà il suo diritto e venderà la sua valuta al miglior prezzo di mercato.

Viceversa, in caso il prezzo di mercato della valuta alla scadenza fosse inferiore: 

  • l’opzione CALL sarà abbandonata 
  • l’opzione put sarà esercitata.

Normalmente lo strike price viene fissato ad un livello abbastanza vicino al cambio a termine della valuta, in questo modo si ha un riferimento certo, avendo comunque la possibilità di sfruttare eventuali  successivi andamenti favorevoli del mercato.

In alcune importanti Borse estere vengono trattate Currency options aventi caratteristiche uniformi per divisa, importo, scadenza e strike price, offrendo così agli operatori pacchetti operativi preconfezionati al meglio. Sul mercato italiano questo non avviene ancora, mentre sono invece regolamente trattate le operazioni Over The Counter (OTC) che permettono di definire i termini più vicini alle esigenze dell’operatore.

Vantaggi principali

Riassumendo possiamo affermare che le Call Options possono essere, per gli importatori, un utile strumento di controllo del rischio di cambio in quanto consentono agli imprenditori di assicurarsi un tasso di cambio certo, contro euro, per l’acquisto a scadenza della valuta, senza essere vincolato all’acquisto qualora l’euro a scadenza si rivaluti rispetto alla valuta estera.

Invece le Put Options rappresentano una opportunità per gli esportatori di assicurasi un tasso di cambio minimo, con la possibilità di un maggior utile qualora l’euro si svaluti rispetto alla valuta estera. 

Le opzioni su valute sono un buon investimento?

E’ ovvio che la “currency option” non è da considerare migliore o peggiore di altri strumenti di copertura, in quanto è quasi impossibile creare una graduatoria di bontà degli strumenti di copertura del rischio di cambio.

La convenienza ad utilizzare una tecnica di copertura, piuttosto che un’altra, dipende da tanti fattori di tipo commerciale, finanziario, valutario, etc. etc..

Le aziende devono di volta in volta valutare e decidere, tra le varie tecniche possibili, sia rigide e vincolanti o con maggiore flessibilità, quella o quelle che possano essere più confacenti alla loro operatività.

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